Gli influencer virtuali non sono una novità, esistono già da molti anni ma adesso, grazie soprattutto alla diffusione delle IA Generative, stanno prendendo sempre più campo online, in particolare sui social. Vediamo in questo articolo chi sono gli influencer virtuali, chi c’è dietro le quinte e perché domineranno la scena da qui ai prossimi anni.
1.Gli influencer virtuali dal 1996 a oggi
Gli influencer virtuali esistono già da molti anni, precisamente dal 1996, quando in Giappone fu generata la prima cantante virtuale al mondo, nota con il nome di Kyoko Date.
Gli influencer virtuali nascono dall’incontro di differenti discipline informatiche e videografiche quali l’intelligenza artificiale, la computer grafica, la realtà aumentata, il motion capture e il machine learning.
La commistione di queste discipline ha portato alla realizzazione di personaggi virtuali sempre più realistici che si distinguono per le loro doti e per la loro expertise in differenti campi di applicazione, dalla musica alla moda, all’arte e all’impegno sociale.
I primi prototipi di influencer virtuali assomigliavano moltissimo ai manga giapponesi ed era possibile distinguerli dalle persone reali con estrema facilità per via di caratteristiche peculiari come l’aspetto “fumettato” e i movimenti rallentati e meccanici.
Adesso con l’avvento della IA Generativa e con l’avanzamento della tecnologia videografica questi nuovi personaggi sono più veri che mai.
Sono bellissimi, colti oltre ogni umano limite, gentili e affabili e sono super esperti nei loro campi di interesse. Nonostante gli influencer virtuali siano “esseri” prodigiosi, sono del tutto autonomi?
Vediamo nel prossimo capitolo chi e come sta dietro agli influencer virtuali e chi sono, attualmente, i più famosi (e pagati) del web e dei social.
2.Influencer virtuali: chi manovra i “burattini”?
Nella totalità dei casi dietro a ogni influencer virtuale si nasconde una persona o, più frequentemente, un gruppo di professionisti provenienti da differenti settori che lavorano attivamente su tutti i fronti, da quello videografico a quello della creazione dei contenuti.
Ancora più spesso, dietro ai volti 3D degli influencer, ci sono vere e proprie aziende e team di lavoro strutturati e altamente qualificati, in grado di dare corpo, seppur sintetico, e anima alle loro creazioni.
Queste aziende investono ingenti risorse per la creazione, l’animazione e il palinsesto contenutistico dei loro avatar e, nel caso dei più celebri, guadagnano cifre da capogiro ed entrano in possesso di una quantità di dati degli utenti sconvolgente.
Non è solo questione di tecnologia e popolarità, quindi, ma anche e soprattutto di guadagni.
Ogni avatar ha un proprio stile, una propria personalità, interagisce attivamente con i propri follower e coccola con attenzione la propria community.
Se guardiamo infatti al numero di follower che hanno attualmente gli influencer virtuali più famosi e alle cifre che fatturano ci accorgiamo di quanto il fenomeno sia diffuso e di quanto le aziende saranno intenzionate a investirci.
Vediamo nel prossimo capitolo alcuni dei nomi di spicco nel panorama degli influencer virtuali, concentrandoci, infine, sulla più famosa (e pagata) influencer virtuale italiana.
3.Influencer virtuali: chi sono e cosa fanno
Partiamo dalla statunitense Lil Miquela che vanta ben 2,7 milioni di follower su Instagram. Lil è stata creata da un team di professionisti di robotica e IA di Los Angeles nel 2016.
Ha l’aspetto di una giovane ragazza di carnagione bianca con lunghi capelli neri e lentiggini. Sui social si distingue come modella, attivista e cantante virtuale. Ha partecipato a campagne pubblicitarie per brand del calibro di Prada, Calvin Klein e Samsung e vanta la partecipazione a campagne di sensibilizzazione sociale come il sostegno alla comunità LGBTQ+ e al Black Lives Matter per il sostegno alla comunità afroamericana.
Liam Nikuro è il primo influencer virtuale uomo del pianeta. È stato creato in Giappone dalla società tech nipponica 1sec. Le sue principali occupazioni sono la produzione musicale, il canto e l’imprenditoria. È apparso insieme a grandi nomi del mondo della musica come The Weeknd e dello sport come Rui Hachimura e i Wizards.
Imma è una virtual influencer giapponese, creata dalla società di Tokyo Aww. Ha un aspetto da ragazza kawaii, con i capelli rosa e il viso gentile. Si definisce una fashion icon e amante dell’arte e della cultura. Ha collaborato con brand come IKEA, Dior, Porsche e Nike ed è stata selezionata tra i “New 100 Talent To Watch” dal Japan Economics Entertainment.
Shudu Gram è la supermodella virtuale creata dal fotografo britannico Cameron-James Wilson, fondatore di The Diigitals Agency a Weymouth. Originaria del Sud Africa, ha lavorato con Cosmopolitan, Vogue, Balmain. Ha anche fatto la sua apparizione sul red carpet del BAFTA nel 2019, grazie alla realtà aumentata.
Spostiamoci adesso nel nostro paese. Eh sì, perché anche noi abbiamo le nostre (super) influencer virtuali tutte italiane.
La prima è Nefele. Nata dall’idea di tre giovani torinesi, Filippo Boschero, Laura Elicona e Luca Facchinetti, Nefele si ispira alla mitologia greca e alla filosofia orientale del wabisabi, che celebra la bellezza dell’imperfezione: ha infatti la vitiligine.
Nefele sostiene attivamente cause importanti come la diversità, l’inclusione e l’empowerment femminile. Comunica con i suoi follower su Instagram, dove pubblica foto, storie e reel che mostrano la sua vita quotidiana, i suoi interessi e le sue passioni.
Il caso curioso è quello di Rebecca Galani, la prima top model italiana virtuale che vanta ben 14 mila follower su Instagram e conduce un’attività parallela su Fanvue (alternativa ad OnlyFans), principale fonte di guadagno della influencer virtuale.
Si definisce una “IA ad alto funzionamento” e sulla sua bio si legge “chiedimi ciò che vuoi, rispondo tramite bot-AI”. Questa funzione è una sorta di novità per questo tipo di profilo e consiste nella possibilità di utilizzare i messaggi in direct con Rebecca, come si utilizza ChatGPT.
La sconvolgente influencer virtuale ha contatti con circa 200 persone al giorno e risponde contemporaneamente a tutte. Dietro Rebecca si cela un gruppo formato da 3 colleghi campani. Raffaele, ingegnere informatico di Napoli e programmatore Python e Java, Dario, 33 anni, perito informatico di Casoria e Roberta, ventisettenne di Caserta, che lavora come Marketer.
I tre geniali ragazzi si spartiscono programmazione, montaggio e palinsesto, portando Rebecca a una graduale ascesa in termini di popolarità (e guadagni) che cresce ogni giorno di più.
Quali sono le tendenze della diffusione degli influencer virtuali per il 2024 e per il prossimo futuro? Ne parliamo nel prossimo e ultimo capitolo.
4.Influencer virtuali: il trend per il 2024 e per il prossimo futuro
Come si evolverà dunque la relazione tra influencer marketing e IA? Come apprendiamo da moltissimi studi e ricerche provenienti da tutto il mondo, il fenomeno si diffonderà in maniera capillare, dominando in particolar modo l’universo dei social media.
Il Financial Times, per citare uno studio recente, ha rilevato come la collaborazione tra il brand H&M e l’influencer virtuale Kuki abbia raggiunto un numero 11 volte superiore di persone rispetto a quello raggiunto da un influencer “in carne ed ossa” e come i costi per la pubblicità si siano ridotti del 91%.
Una questione, come apprendiamo, che va oltre la tecnologia e approda nel mondo dei guadagni, soprattutto per quanto riguarda i grandi marchi.
Come evidenziato da molti esperti di Marketing, infatti, la maggior parte dei brand sta diventando consapevole che affidare la propria immagine a un inlfluencer virtuale piuttosto che a uno reale toglie di mezzo diverse problematiche dal punto di vista degli accordi e, questione principale, permette di risparmiare enormi quantità di denaro e moltiplicare i ricavi.
Come era prevedibile, molti influencer reali stanno protestando contro la massiva insorgenza delle loro controparti virtuali e chiedono a gran voce una regolamentazione che imponga ai profili degli influencer virtuali di dichiarare esplicitamente che si tratta di IA.
Per il momento, infatti, manca una regolamentazione che obblighi gli influencer virtuali a dichiararsi tali, salvo che in India, dove questa è già prassi di legge. Vedremo in futuro come si evolverà la questione ma siamo certi che gli influencer virtuali prenderanno sempre più campo online, in particolar modo sui social.
Un elemento che desta un po’ di preoccupazione sarà il fatto che in pochissimo tempo, grazie all’avanzamento tecnologico e videografico arriveremo a un punto dove non sarà quasi più possibile distinguere il reale dal fake.
Un esempio? Il recente caso di Emily Pellegrini, influencer virtuale da 10.000 dollari al giorno che ha destato scalpore dopo il corteggiamento ricevuto da numerosi personaggi facoltosi e famosi, caduti senza riserve nella trappola della IA.
Cosa ci riserverà il futuro delle IA? Aspettiamo curiosi ulteriori sviluppi e come, sempre, teniamo d’occhio questo affascinante trend per voi.
L’immagine della copertina del blog post sul sito e sui social è stata generata con l’ausilio di Adobe Firefly attraverso il prompt “Viso di giovane donna influencer”.
Bibliografia
Vuoi conoscere meglio i nostri servizi? Contattaci subito per maggiori informazioni compilando il form qui sotto: